I conservanti minacciano la nostra salute?

DI CHRISTINE SCHNEIDER

I conservanti minacciano la nostra salute?

I batteri possono provocare malattie, ma anche i conservanti – scopriamo di più sulle connessioni tra prodotti durevoli, il nostro organismo e a cosa prestare attenzione.

 

Oggi ad ogni angolo della strada ci viene offerto del cibo – panini, pizze, alette di pollo, hamburger, patatine fritte, kebab e cibo di ogni genere ad ogni stazione, all’aeroporto, al passo alpino, in spiaggia, nei festival, al campo sportivo o al cinema.

Forse ti starai chiedendo cosa c’entra il fast food o comunque tutto il cibo spazzatura con l’abitare sano? In effetti, tantissimo! Scopriamo insieme attraverso questo articolo, e in questo blog, che collegamento esiste effettivamente fra tutti i conservanti che in qualche modo entrano in contatto con il nostro corpo. Anzi, vedrai che possono esserci gli stessi conservanti in un detergente cosmetico o quello che trovi in una latta di tinteggiatura sviluppando così un effetto cumulativo con un impatto importante sulla tua salute.

Vivere in un ambiente sano, ha a che fare con tanti fattori, bisogna fare attenzione a che vi sia l’areazione giusta, utilizzare   o comunque detersivi naturali, fino all’utilizzo di piante anti inquinamento, sono tutti accorgimenti che contribuiscono ad un ambiente indoor più controllato che ci permette di vivere in un intorno più ecologico e respirando un`aria pulita.

Vediamo attraverso questo “dossier” di dare delle risposte ad una serie di domande importanti per la nostra salute e il miglioramento dell’ambiente in cui viviamo.

 

  • Ma come riescono effettivamente questi alimenti a rimanere freschi durante il trasporto?
  • Inoltre come funziona la conservazione in lattine, bicchieri o sacchetti di plastica?
  • Come l’industria impedisce a cosmetici, tinte per pareti o indumenti di rovinarsi?
  • Come è possibile riconoscere queste sostanze e quindi evitarle?
  • Come arrivano nel nostro organismo e quali danni possono causare? Come si possono evitare i conservanti nocivi per la salute?

“I conservanti presenti negli alimenti, ad esempio, possono essere riconosciuti attraverso l’etichetta, ma molti altri prodotti della quotidianità no.”

 

Da sempre l’uomo cerca di conservare il più a lungo possibile i prodotti di uso quotidiano come cosmetici o alimenti. Il termine conservazione deriva dal latino e significa conservare o mantenere, si tratta quindi di rinviare l’invecchiamento naturale e legato all’ambiente. Mediante alcuni processi come la fotolisi, la, l’ossidazione oppure l’idrolisi, i prodotti possono modificare la loro idoneità all’uso, il colore o il gusto e quindi non più vendibile.

L’industria vuole contenere nel modo più efficace e duraturo l’influsso di microorganismi come alghe, licheni, batteri della putrefazione, muffe e lieviti. Sempre più raramente gli alimenti vengono mantenuti freschi mediante fermentazione, salamoia, edulcorazione, affumicatura, conservazione sotto aceto, solforazione, bollitura, raffreddamento o essiccazione mentre invece sempre di più  i nostri cibi vengono per lo più conservati e irradiati in modo chimico.

L’efficace utilizzo di sostanze chimiche danneggia non solo, come richiesto, i microrganismi distruttivi per il prodotto, ma anche quelli innocui, perché il mezzo di conservazione non sa distinguere tra batteri “buoni” e batteri “cattivi”.

E quindi quali sono le implicazioni dal punto di vista dell’abitare sano? In che modo quello che mangiamo influisce sulla salubrità della nostra casa? Le cose sono strettamente collegate, ed hanno a che fare con l’aria che respiriamo! Spieghiamo meglio: Ogni essere umano consuma mediamente intorno ai 25 kg di aria al giorno, l’aria è il nostro primo alimento! Quindi questo significa che le sostanze potenzialmente nocive per il nostro organismo possono entrare nel nostro corpo tramite cibo, aria o anche la pelle. Il “destinatario” è sempre lo stesso: il nostro corpo. E cosa ci fa il nostro corpo con tutti questi agenti chimici?  Il corpo idealmente ha dei sistemi fantastici per disintossicarsi, ma ognuno ha una capacità di “smaltimento” diverso.

I fattori che determinano la resistenza individuale sono tanti e diversi per ognuno, ci gioca la predisposizione genetica, la psiche, infiammazioni in corso – ma certamente l’impatto ambientale sul nostro equilibrio fatto di microorganismi e reazione chimiche giustamente ti può preoccupare!

 

Quali effetti collaterali dobbiamo temere in questo caso?

È possibile che nel singolo caso l’efficace e tempestiva distruzione dei batteri nocivi mediante disinfezione sia ancora utile e relativamente innocua se usi prodotti biocompatibili (esempio perfect pur), tuttavia la continua lotta ai microrganismi attraverso l’utilizzo di alcune sostanze chimiche antibiotiche presenti nel cibo o in alcuni  beni di consumo è pericolosa anche per noi umani. È molto difficile dimostrare se queste, prese singolarmente, siano tossiche, distruggano il sistema immunitario, abbiano effetti sul sistema endocrino, modifichino il patrimonio genetico o se siano persino cancerogene. Le autorità e l’industria non vedono alcun pericolo per i consumatori nell’impiego delle sostanze chimiche conservanti ad oggi consentite. Se tuttavia si aggiungono i diversi antibiotici per la conservazione, che si consumano quotidianamente, o se si considera il pericolo degli effetti combinati tra tutte le diverse sostanze, allora in via precauzionale si dovrebbero evitare tali prodotti.

Alcune sostanze dovrebbero essere segnalate in modo particolare, dato che queste agiscono effettivamente sui prodotti ma anche sul nostro organismo. Si tratta tra l’altro di parabeni e benzoati nei cosmetici, triossido di antimonio, acidi benzoici (E 210-213) negli alimenti e isotiazolinoni, presenti in detergenti e tinte per pareti o vernici, che si accumulano nella polvere o nell’aria ambientale.

Preparati adesso ad un termine di un conservante diffusissimo che trovi su ogni salvietta umida eppure forse non l’hai mai letto con attenzione: “isotiazolinoni”. Ormai è cosi presente che è diventato un allergenico importante!

Oltre all’effetto antimicrobico richiesto gli isotiazolinoni hanno anche un effetto altamente inquinante per l’acqua. Con il contatto diretto o attraverso l’aria questi possono provocare nell’uomo una sensibilizzazione della pelle o della mucosa e agiscono come allergeni. Per questo non possono più essere utilizzati nei cosmetici, in compenso questo tipo di conservanti viene impiegato per lo più nelle sostanze chimiche per uso domestico e nei prodotti per l’edilizia a base di acqua. Perché bisogna stare in guardia anche da queste piccole quantità di sostanze chimiche antibiotiche?

Una persona sana può probabilmente superare senza grossi danni l’utilizzo di tali sostanze chimiche. Ma cosa succede veramente alla nostra ingegnosa microflora, che nella maggior parte delle persone potrebbe comunque essere già stata danneggiata in seguito all’assunzione di farmaci antibiotici?

 

“I  batteri si adattano facilmente e quindi sono in grado di proteggersi ed evitare gli antibiotici”

 

A tal proposito sempre più medici e igienisti temono una “distruzione microbica di massa” con vaste conseguenze. Inoltre si presume che la lotta ai batteri non debba essere vinta comunque, dato che una persona sana ha un numero di batteri circa 10 volte superiore rispetto al numero delle cellule dell’organismo e perciò dovremmo agire solo a favore e non contro i nostri “coinquilini”. I batteri presenti in tutto il nostro ambiente imparano sempre meglio a proteggersi dagli “antibiotici” o a evitarli. I germi resistenti hanno più spesso il sopravvento rispetto a quanto vorremmo e, come tutti noi sappiamo, questo non solo è nocivo per la salute ma è anche pericoloso per la vita.

Se questi maghi della sopravvivenza si riproducono in massa e si diffondono all’interno del nostro organismo, anche il nostro sistema immunitario avrà difficoltà a tenergli testa. In particolare questi germi pericolosi prendono il posto dei loro avversari naturali, di cui abbiamo urgentemente bisogno per avere un metabolismo intatto e un equilibrio microbico. Funghi, virus, batteri e parassiti si tengono in scacco a vicenda e se un gruppo “colpisce” uno dei nostri organi, il nostro sistema immunitario deve intervenire in modo intensivo – se può e se non deve intervenire altrove – come nel caso di malattie degenerative o croniche.

 

Non tutti i batteri vengono per nuocere

L’uomo ospita complessivamente circa 100 trilioni di batteri e una varietà di specie più vasta possibile è quindi importante per la nostra sopravvivenza. Purtroppo la pubblicità, la scienza e i nostri istituti scolastici trasmettono in modo indifferenziato che i germi causano in prevalenza le malattie. La reale catena di cause della riproduzione in massa di germi rimane per lo più ignorata. Solo raramente viene compreso il significato di un sistema immunitario indebolito da una microflora instabile e viene debitamente considerato dal punto di vista diagnostico e terapeutico. I batteri sono quindi migliori rispetto alla loro reputazione – occorre certamente regolare il loro numero, ma non si deve cercare di eliminarli tutti. Per rimanere in salute l’uomo ha bisogno di un equilibrio batteriologico soprattutto nel tratto gastrointestinale.

 

“Una flora intestinale equilibrata è fondamentale per il nostro organismo”

 

Solo nell’intestino vivono trilioni di batteri. Questi microrganismi ci aiutano a digerire e riutilizzare gli alimenti. Ci aiutano a suddividere minerali e vitamine provenienti dall’alimentazione, mantengono intatte le barriere della mucosa e stimolano il nostro sistema immunitario. Per svolgere questo lavoro è a disposizione un vero e proprio esercito di alcune migliaia di ceppi batterici. Pesano circa da 1,5 a due chilogrammi. Ma questi microrganismi hanno funzioni importanti anche in altre regioni del corpo come nell’area otorinolaringoiatrica, sulla pelle, nei polmoni o nelle vie urinarie. Ci si accorge dopo di quanto sia importante una flora intestinale equilibrata, quando viene indebolita e si crea uno squilibrio, perché poi i germi patogeni possono riprodursi in massa e danneggiare la mucosa gastrointestinale, attraverso cui i batteri possono arrivare nel sangue e negli organi. L’intestino per esempio offre ai microrganismi abbondante nutrimento. L’uomo invece beneficia dei prodotti metabolici dei piccoli coinquilini.

Questi producono per esempio l’importante vitamina B12 o la vitamina K, e offrono un ambiente acido che non piace molto agli agenti patogeni. Molti microrganismi sono comunque presenti in base all’ambiente, senza fare male o bene all’organismo umano per esempio sulla pelle o nell’intestino. Questo vale anche per candidati potenzialmente pericolosi come per esempio lo pneumococco nelle vie respiratorie o i batteri della vescica che sono presenti anche in organismi sani. Solo successivamente se si riproducono in massa, perché il sistema immunitario non è più in grado di affrontarli o perché mancano gli avversari naturali, hanno effetti negativi.

Un’eccessiva igiene non sempre ci assicura una corretta protezione dai batteri

Questo accade anche con i batteri principali come per le mucose presenti nell’organismo. Sul sottile strato di grasso della nostra pelle vivono batteri benefici per la salute, e precisamente in gran quantità e in coesistenza pacifica: sulle zone secche della pelle scorrazzano circa 1000 di questi microrganismi per centimetro quadrato. Nelle zone grasse, come per esempio sulla fronte, possono essere anche alcuni milioni per centimetro quadrato di pelle, senza per questo causarci danni.

I ricercatori dell’università di New York hanno trovato solo sulle braccia di persone sane circa 180 tipi diversi di batteri. Hanno scoperto anche che ogni persona dà origine a un proprio zoo batteriologico individuale – in base ad alimentazione, sesso, igiene e clima. Questi batteri “buoni” lavorano per così dire come smaltimento dei rifiuti per desquamazione e residui di sebo, che potrebbero offrire ai batteri “cattivi”, come per esempio i piogeni, un terreno di coltura. Perciò non si dovrebbe nemmeno lavare la pelle in modo eccessivo o persino “disinfettare” con antibiotici e quindi rimuovere tutti i batteri buoni. L’eccessiva igiene può persino favorire la diffusione di agenti patogeni.

E attenzione anche ad una eccessiva igiene di casa con ad esempio l’uso di detersivi aggressivi! Ciò che usi per lavare il pavimento o i vetri emette sostanze chimiche nell’aria che poi  respiriamo, particolarmente dannose per i nostri bimbi che gattonano per terra ma anche per gli animali domestici. Immagina le superfici che copri regolarmente con sostanze chimiche nelle pulizia regolare di casa! Esistono alternative altrettanto efficaci (se non di più) per raggiungere una igiene in casa che non siano le solite bombe chimiche da supermercato. (se vuoi saperne di più, clicca qui ((link Enjo e Brillor))

 

“Milioni di batteri sulla nostra pelle senza però causare alcun danno”

 

I batteri non vivono solo sulla pelle ma anche nelle vie respiratorie compresi bocca e naso esistono molti di questi microrganismi. Solo nella cavità orale scorrazzano almeno 1000 tipi diversi di batteri. Quasi inimmaginabile è il numero di germi presenti su un dente non lavato – si calcola quasi un miliardo di batteri nella zona orale.
In un organismo sano, ad esclusione del tratto digestivo, tutti gli organi interni e anche il sangue dovrebbero essere privi di batteri. Specialmente nel sangue questi microrganismi sono pericolosi, perciò per il nostro sistema immunitario è necessaria innanzitutto la massima cura. Per quanto riguarda la nocività dei singoli microrganismi, i ricercatori stanno abbandonando l’idea che solo un tipo di batterio alla volta provochi malattie. Oggi si parla piuttosto di malattie polimicrobiche che insorgono dalla concomitanza di più microbi.

Ovunque ci sono batteri, quindi possono infestare tutti i prodotti predisposti e l’industria farà il possibile per contenerli mediante l’utilizzo di sostanze chimiche. Pertanto incontreremo i conservanti sempre più spesso. Per quanto riguarda le nostre azioni quotidiane è necessario che la lotta ai germi, come condotta finora con conservanti e antibiotici, non possa essere vinta. Perciò dovremmo evitare il più possibile il consumo di conservanti abiotici e antimicrobici.

Nell’ambiente professionale dovremmo utilizzarli solo in modo mirato e con un obiettivo ben preciso. Gli alimenti freschi non hanno bisogno di una tale conservazione e gli alimenti confezionati dovrebbero essere esaminati molto attentamente.

Per quanto riguarda il luogo in cui si dorme e la casa, rispettivamente mobili e arredamento, vale lo stesso principio – i conservanti presenti in tinte, vernici, detergenti e detersivi si dovrebbero evitare proprio come le altre sostanze nocive conosciute. Con l’analisi dei locali dell’abitazione da parte dei nostri ingegneri della misurazione si è potuto dimostrare che le sostanze nocive volatili e i conservanti si accumulano nella polvere e nell’aria ambientale. I medici dell’ambiente hanno inoltre accertato che nella popolazione si può riscontrare un forte aumento della sensibilità nei confronti dei conservanti.

La notizia buona è che ci sono alternative anche nella scelta di tinteggiature. Per saperne di più ((link su blog calce// blog tinteggiature // blog come trattare il legno (Livos) ))

 

 

Christine Schneider. ringrazio Karl-Heinz Weinisch, Vice Presidente della DGUHT per la sua collaborazione per questo blog!